“La tecnica è un moltiplicatore delle capacità del corpo. Ma moltiplicare qualcosa per zero non porta altro risultato se non zero”
Alle prime lezioni di Ludosport c’è una cosa che viene detta a tutti: la cosa importante è la tecnica, la coordinazione, mentre elementi come forza e resistenza sono secondari.
Vero, ma allo stesso tempo non è corretto. Vediamo perché.
Innanzitutto, facciamo un ripassino base base di come si suddividono le capacità di un atleta.
Escludendo elementi più complessi come esperienza e capacità mentale (di cui parleremo perché molto importanti) possiamo trovare due gruppi: quello delle capacità condizionali (o capacità fisiche) e capacità coordinative. (Sarò scandalosamente sintetico: se volete approfondire ci sono migliaia di libri sull’argomento, tra cui il mio oltretutto ;) )
Le capacità fisiche sono, sempre riassumendo e semplificato per la fruibilità di questa newsletter: forza, velocità, resistenza e mobilità.
Quelle coordinative invece si dividono in due gruppi: quello delle “generali” (capacità di apprendimento, di controllo e di adattamento) e quelle “speciali” (i vari tipi di equilibrio, capacità di reazione semplice e complessa, fantasia motoria, capacità combinatoria, ritmo, coordinazione oculo-segmentaria, orientamento, anticipazione… tanta roba insomma).
A rigor di logica per come è strutturata la nostra disciplina verrebbe da pensare che le capacità coordinative siano ben più importanti di quelle condizionali nel nostro sport.
Beh sicuramente per “apprendere” un movimento può essere vero, ma per la sua applicazione?
La questione è molto semplice: un miglioramento delle capacità condizionali porta ad un aumento notevole delle capacità di confronto.
Innanzitutto perché, ovviamente, a parità di capacità tecnica sarà il più veloce a vincere, il più resistente ad arrivare più riposato a fine torneo, il più forte a mantenere posizioni più stabili o controllare meglio i colpi e il più flessibile tutto ciò che abbiamo appena detto insieme! Non solo: più il corpo è performante e più potremo assimilare al meglio le tecniche che apprendiamo a lezione.
È come se doveste fare una gara automobilistica e mentre il vostro avversario ha una Ferrari voi vi presentate con una Chevrolet scassata con le ruote sgonfie. Potete anche essere ottimi guidatori, ma molto probabilmente vincerà l’avversario.
Ovviamente vale anche il contrario, ovvero che la macchina più potente del mondo in mano a uno che non sa usare le marce non andrà molto lontano.
Ma è possibile lavorare sia sulla tecnica che sulla fisicità del praticante?
In parte, ma non è così semplice.
Con la tipologia di allenamento che abbiamo, focalizzata principalmente sulla tecnica e allenandoci 1 (alcuni 2 o 3, ma pochi) volta a settimana un miglioramento fisico è difficile da percepire. Mentre quello tecnico è evidente: non essendo la crescita coordinativa legata alle stesse regole che determinano quella fisica, anche allenarsi una volta a settimana porta a miglioramenti.
Il condizionamento fisico invece richiede un tipo di lavoro diverso, sia a seconda di cosa vogliamo potenziare sia delle possibilità del singolo praticante: anche allenandoci allo stesso modo non otterremmo gli stessi risultati perché ogni fisico è diverso.
Come fare allora?
Beh, innanzitutto anche se le lezioni regolari non sono incentrate sul lavoro fisico sicuramente fare due o tre allenamenti a settimana (in altri clan o andando a ripetere lezioni di forme già affrontate) aiuta sicuramente il fisico a mantenersi più in movimento.
In prossimi post parleremo un po’ di queste capacità, ma ricordatevi che corpo e tecnica vanno curati allo stesso modo. È inutile essere incredibilmente tecnici se le gambe non hanno la forza di sostenere uno spostamento laterale di forma 1. Così come è inutile avere dei muscoli perfetti e poi non essere in grado di muoversi nel modo giusto.
Curate la tecnica prima di tutto, ma ricordatevi che più si va avanti più il vostro corpo potrà aiutarvi.
Inox